L’ex relatore speciale delle Nazioni Unite in materia di tortura parla della brutalità della polizia durante le manifestazioni

Data 25/04/2022

Autore: Mario Martin.

Apparso originariamente il 21 aprile 2022 su Reitschuster.de.

Relatore speciale: Nils Melzer

Le parole dell’ex relatore speciale delle Nazioni Unite in materia di tortura di solito ci si aspetta di sentirle quando si tratta di Stati autoritari.…

C’è stata reiterata violenza da parte della polizia nelle manifestazioni contro le misure anti-pandemiche. Gli interventi, a volte anche brutali, sono stati una costante e si sono potuti registrare anche quest’anno nelle manifestazioni ogni lunedì.

L‘argomento è stato messo in luce a causa di una manifestazione a Berlino il 1° agosto 2021. Quel giorno, si sono verificati diversi incidenti pesanti. In quel momento la polizia aveva ricevuto istruzioni di agire contro i manifestanti attenendosi ad una “bassa soglia di intervento”.

Il professore di diritto e diplomatico svizzero Nils Melzer è stato quindi chiamato, soprattutto attraverso i social media, a esaminare l’operazione e a dare un suo parere. Ha accettato – a quel tempo ancora nella sua funzione di relatore speciale dell’ONU – e si è fatto aiutare per chiarire la situazione.

Il tutto è stato seguito da colloqui con l’allora senatore degli interni Andreas Geisel (SPD) e con la direzione della polizia di Berlino.

La violenza della polizia in Germania è un punto oscuro.

Ora l’avvocato ha commentato i risultati della sua indagine in un’intervista al quotidiano “Die Welt” (paywall).
Mentre il divieto di tortura è generalmente accettato in Germania, “la violenza della polizia… è un punto oscuro, specialmente durante gli arresti o le manifestazioni”, ha detto Melzer.

I filmati che ha visto mostrerebbero numerose scene di agenti di polizia in azione “che usano chiaramente una forza eccessiva, mentre altri agenti di polizia presenti si limitano a guardare o addirittura ad aiutare”. Questa stessa accettazione e partecipazione è una chiara indicazione di una “cultura di tolleranza per la violenza da parte della polizia” già consolidata.

I dirigenti della polizia di Berlino mostrano solo incomprensione

Ripetutamente le persone sono state buttate per terra con la forza, umiliate senza alcuna ragione: così Melzer descrive i modelli di azione della polizia.

In un caso avvenuto in un parcheggio, durante la perquisizione di un bagagliaio la situazione è degenerata.

Violenza della polizia sull’Einsteinufer a Berlino il 29 agosto 2021 (Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=r3OnZIjOtUE)

Melzer avrebbe parlato di questo incidente in una conversazione con il capo della polizia di Berlino, Barbara Slowik, ricevendo solo incomprensione. “La polizia sembra avere l’opinione sbagliata che ogni misura che prende debba essere applicata a tutti i costi e che anche l’opposizione puramente verbale debba essere interrotta immediatamente con la violenza”, si rammarica Melzer.

Slowik non sembra avere problemi con l’uso di misure dure nemmeno in altre situazioni. Nel 2020, ha giustificato l’uso di cannoni ad acqua il 18 novembre contro persone pacifiche che manifestavano per la salvaguardia dei loro diritti fondamentali.

In questo contesto una dichiarazione di Benedikt Lux, portavoce dei Verdi per la politica interna, rilasciata al quotidiano socialista “Neues Deutschland” nel 2020, ha colto l‘attenzione: “Abbiamo sostituito l’intera dirigenza di quasi tutte le agenzie di sicurezza di Berlino, inserendo persone piuttosto valide. Nei vigili del fuoco, nella polizia, nell’ufficio del procuratore generale e anche nell’Ufficio per la protezione della Costituzione. Spero davvero che questo abbia un impatto in futuro.“

La violenza da parte della polizia non viene perseguita

Melzer viene interrogato su un incidente avvenuto il 1° agosto nella Suarezstraße di Berlino, in cui un giovane, disteso a terra, è stato picchiato dalla polizia.

Atto di violenza da parte della polizia il 1° agosto 2021 a Berlino-Charlottenburg

Probabilmente l’uomo era stato picchiato dalla polizia fino a perdere i sensi, ma sembra che questo fatto non sia stato vagliato dal punto di vista penale e disciplinare.

Nel corso delle sue indagini, il relatore speciale ha chiesto il numero di agenti di polizia che sarebbero stati condannati per violenza nell’esercizio delle proprie funzioni da gennaio 2020. La risposta parla chiaro: solo un agente di polizia è stato condannato.

In questo caso, “si applicherebbero ovviamente due pesi e due misure”. Nel caso della violenza della polizia, esiste una grande discrepanza tra le ambizioni normative del sistema giuridico tedesco e la sua attuazione da parte delle autorità. Nel complesso, le statistiche ufficiali danno l’impressione di un’impunità di fatto dovuta a ritardi procedurali”, denuncia Melzer.

Se dovessero essere intentate cause contro i dipendenti pubblici, verrebbero ritardate e resterebbero in sospeso per mesi e anni, fino a quando non verrebbero abbandonate senza clamore.

Melzer ritiene che il sistema non funzioni: “Il fatto che in Germania non ci siano praticamente sanzioni per la violenza da parte della polizia non è quindi un segno di buona condotta, ma piuttosto di un fallimento sistemico”.

La tendenza alla violenza da parte della polizia era visibile già prima della pandemia

La politica ha una grande responsabilità nella costruzione delle narrazioni. Negli ultimi due anni si sarebbe verificata una polarizzazione, dipingendo i manifestanti come nemici dello Stato, spiega Melzer.

Il modello di militarizzazione delle forze di polizia era già evidente dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001. Gli agenti non vedono più i cittadini “solo come civili bisognosi di protezione, ma sempre come potenziali nemici”. Questo fa sì che la polizia venga percepita dai cittadini come un nemico.

Al termine dell’intervista, l’avvocato si appella agli Stati affinché esaminino attentamente i casi e condannino attivamente i responsabili. Devono avere “il coraggio e la volontà (…) di combattere le violazioni della legge da parte delle proprie autorità e dei propri funzionari con tutta la coerenza possibile”. Se non lo fanno, non sono più veri Stati costituzionali, ma solo democrazie di facciata”.

Mario Martin è un economista e lavora come project manager di software a Berlino.

Links:

https://www.ad-hoc-news.de/politik/die-behoerden-sehen-nicht-wie-blind-sie-sind/62648658

https://www.welt.de/politik/deutschland/plus238239153/Polizeigewalt-auf-Corona-Demos-Andernfalls-ist-man-bloss-eine-Schoenwetter-Demokratie.html

https://www.epochtimes.de/politik/deutschland/systemversagen-un-experte-kritisiert-deutsche-polizeigewalt-auf-corona-demos-a3800706.html

https://www.zeit.de/gesellschaft/2022-04/polizeigewalt-deutschland-un-systemversagen?

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